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Tutti mi chiedono sempre: “Ma come cazzo sei finito a Milano?”
Eccovi svelato il mistero…

Sono nato in Germania, precisamente a Duisburg, ma dopo appena due anni i miei genitori hanno deciso di trasferirsi a Düsseldorf, dove sono cresciuto e ho vissuto fino ai 22 anni. Ho preso in mano la mia prima chitarra a dodici anni, ma ero troppo affascinato dal pallone per studiare sul serio, e poi l’insegnante di chitarra era troppo stronza, vecchia e puzzolente, mi ha fatto passare la voglia praticamente subito. Quando avevo intorno ai quatordici anni vedevo le mie sorelle strimpellare con la mia chitarra classica, non andava mica bene! Così mi sono fatto insegnare i primi accordi e ho cominciato a studiarmi i pezzi dei Beatles, Neil Young e le canzoni che sentivo e registravo su cassetta dalla radio, tutto rigorosamente ad orecchio ovviamente. Adesso non solo mi divertivo tanto a suonare la chitarra, ma mi piaceva anche cantare!
Il liceo che frequentavo era piuttosto moderno, pensate, avevamo adirittura una sala prove a disposizione, dove dopo scuola ci scatenavamo al ritmo di musica che andava per la maggiore in quel periodo, il punk e la new wave. Cosi sono nate le prime band, con esibizioni dal vivo nelle feste di scuola, negli oratori, ma anche per strada, visto che a Düsseldorf  c’è un centro storico molto bello, con un’area pedonale vastissima, dove la gente beve, si diverte e ascolta musica. Con la mia prima band seria, un gruppo funky di otto elementi, gli “Anniversary”, abbiamo poi cominciato a suonare nei veri locali e grazie a un concorso di gruppi emergenti siamo riusciti a suonare anche nella famosa Phillipshalle, la location più grande della città, dove avevo visto a dodici anni anche il primo concerto della mia vita, un gruppo sconosciuto con un cantante gay, che si facevano chiamare “Queen”.
Finito il liceo, la musica per me era diventato la mia ragione di vita, e scrivere e suonare le mie canzoni mi riempiva di grande gioia. Facevo finta di studiare filosofia e lettere all’università di Düsseldorf, in verità lavoravo per mantenermi il mio primo appartamento in affitto e una sala prove dove quasi tutte le sere suonavo con diverse band, ma in particolare mi divertivo con un power trio alla Police, che si chiamava “The Event”. Il bassista era mezzo italiano e il suo padre, che non lo aveva mai cagato di striscio, quando scoprì che il suo figlio era diventato un bravo strumentista, lo invitò a Milano, e noi ci andammo con la nostra band. A quei tempi questo padre era direttore musicale dell’orchestra di canale cinque e aveva a disposizione non uno, ma ben due studi di registrazione. Ci ha fatto incidere un demo, che è finito per qualche ragione  nelle mani di Massimiliano Pani, il figlio di Mina, che due mesi dopo mi ha contattato per proporrci un contratto discografico. Incredibile!!!
Cosi a 22 anni mi sono trasferito con Christian Martelli e Kos Kostka prima a Lugano per incidere il nostro primo vinile, The Event, e poi a Milano, dove abbiamo affitato grazie a qualche anticipo royalties (e un taxista pazzo barlettano che ci faceva da manager e padre sostitutivo), una villetta nel quartiere Villapizzone.
Ecco come sono arrivato in Italia e a Milano.

Subito dopo, la seconda domanda che mi fanno sempre è: “Ok, ma perché cazzo sei rimasto Italia, non è molto più facile vivere di musica in Germania?”
Beh, si. Ma mi sono innamorato prima di una ragazza italiana  fantastica, che amo ancora adesso e con la quale vivo insieme da più di 23 anni.
E poi di questo paese che ha tanti difetti ma anche tantissimi pregi. Ho stretto tante amicizie vere con persone meravigliose e ho suonato e suono con musicisti di altissimo livello. Per la mia fortuna spessissimo suono con i miei migliori amici! Come per esempio quei farabutti dei Four Tiles.
Piano piano mi sono creato il mio microcosmo lavorativo con serate dal vivo, lo studio di registrazione, lezioni di canto, il giornalismo e altro. Tutto comunque ha che fare con la cosa più importante che esiste al mondo: la musica. Che meraviglia!!! Anche se quest tipo di vita a volte è difficile,  non lo cambierei per nessuna cosa al mondo!